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di Annarosa Buttarelli
pubblicato il 22 Ottobre 2025 su Domani
Torna in libreria la lunga conversazione tra la scrittrice femminista e l’artista con cui aveva avuto una relazione. È uno scambio dall’andamento tragico, in cui Lonzi cerca il riconoscimento radicale della sua differenza, dei suoi desideri, della sua capacità di amare, volendo essere amata non solo sessualmente, non solo ammirata.
da Io Donna de Il Corriere della Sera
di Elena Tabano
Considerate “non pensanti” dai tempi di Aristotele, le donne sono rimaste fuori dalla “scena”, scrive la filosofa Annarosa Buttarelli nel suo nuovo libro. Di qui lo sviluppo di un altro punto di vista, femminile e legato all’esperienza. Ed estraneo alla logica della guerra.
Seminario Internazionale - Sabato 25 ottobre 2025
Laboratorio Aperto, via Buon Pastore 43 a Modena
Quante forme ha la maternità? Che significato ha la scelta o il rifiuto di procreare nell’orizzonte caotico del nostro presente? Natura e diritti vanno sempre d’accordo? Che ruolo ha il corpo sapiente delle donne in un mondo sempre più disincarnato? Queste ed altre questioni che interessano il materno, reale e simbolico, saranno al centro di un seminario internazionale che indaga dal punto di vista filosofico il venire al mondo. Titolo: Madri - Soggetti Imprevisti, ideato e promosso da Blu Bramante, Associazione femminista. L’appuntamento è al Laboratorio Aperto di via Buon Pastore 43 a Modena, alle ore 9 del 25 ottobre 2025 (H 9-18 pausa ore 13).
In occasione della pubblicazione dell'ultimo volume di Annarosa Buttarelli Pensiero osceno. Lo scandalo delle donne che pensano (edizioni Tlon, 2025), la Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo organizza un ciclo di tre incontri per scoprire i contenuti di questo percorso che la filosofa e Direttrice Scientifica della nostra scuola ha intrapreso nello studio della genealogia femminile.
«Noi donne lo abbiamo sempre intuito, ma oggi, oso sperare, l’umanità intera potrebbe finalmente comprendere ciò che Alda Merini voleva suggerire nel gremitissimo Teatro Bibiena, durante Festivaletteratura a Mantova. Un interlocutore adorante le domandò cosa pensasse davvero degli uomini. Dopo una breve pausa, Merini rispose: «Si sa che gli uomini non pensano». Una frase oscena, per il pubblico presente, ma decisiva per noi oggi, se si vuole osservare con vera trepidazione il punto cruciale in cui la parte maschile dominante ha condotto senza ravvedimenti il mondo di tutti e di tutte. Alda Merini, a suo modo, ha detto la verità: si può dire, in coscienza, che sia un pensare veramente quello che ha prodotto la forma mentis dicotomica, e perciò stesso escludente, imposta dalla filosofia alla civiltà europea, nonostante le obiezioni radicali femminili? In coscienza, se ha ancora valore questo lemma, dobbiamo dire di no!»
Negli ultimi vent'anni, la Corea del Sud è emersa come una delle potenze culturali più dinamiche al mondo. Cinema, musica, tecnologia, letteratura e design hanno ridefinito l'immaginario globale, trasformando Seoul in un polo creativo strategico tra Oriente e Occidente. Un paese capace di coniugare innovazione e tradizione, dove le donne stanno riscrivendo il proprio ruolo nella società e nella produzione culturale. Attraverso tre incontri tematici, questo ciclo propone uno sguardo critico e visivo su alcuni degli aspetti più rilevanti della Corea contemporanea.
A cura di Veronica Croce.
--->ATTENZIONE! Tre incontri tematici saranno, a causa di uno sciopero nazionale, solo in modalità online. La partecipazione è gratuita.
Questa estate non ci lascia tranquille, né tranquilli a noi donne e uomini con coscienza. Il mondo sta correndo davvero un pericolo grande, mentre la disumanizzazione di ogni aspetto dei legami sociopolitici e delle istituzioni sta procedendo a spron battuto. Chi ha a cuore la verità e le sorti di un futuro molto prossimo non può esimersi dal fare quadrato attorno a Francesca Albanese. Una grande figura di intellettuale onesta con un'anima luminosa come ormai poche sono rimaste. Ho firmato questo appello che si rivolge al capo dello Stato soprattutto, sperando che l'acquiescenza colpevole non abbia inghiottito anche lui. Circolano numerose raccolte di firme per aderire ad appelli tutti accorati. Scegliete quello che volete, ma scegliete. Io ho messo la mia firma personale a questo invitando la Fondazione a fare altrettanto perché compaiono persone con cui lavoriamo. Però ho messo la firma personale anche a altri appelli che stanno raccogliendo le adesioni per candidare al Nobel per la Pace Francesca Albanese, insieme ai medici presenti a Gaza. Teniamo conto che Albanese ha tutti i beni bloccati dal governo USA. E ha fatto da sempre il suo lavoro pro bono.
Annarosa Buttarelli, Direttrice Scientifica Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
Continua la guerra quotidiana che nessuno chiama tale. È la guerra sui corpi inermi di donne (anziane, giovani, giovanissime), con i suoi bollettini di morte, ferite, sopravvissute (che vanno ad alimentare in notevole proporzione il numero delle “persone portatrici di handicap”).
Una guerra che trascina anche con sé le vite di bambine e bambini orfani, segnati a vita e lasciati senza sostentamento. Una guerra per la quale non si prospetta nemmeno la pace, l’armistizio, il cessate il fuoco, ma solo pene più severe. Si piangono e si contano le “cadute”, si hanno reazioni emotive, moti di indignazione ma la guerra continua immutata; anzi, si rinnova nell’età sempre più giovane delle vittime e dei loro carnefici (formati nella visione della pornografia più sadica in cui le donne sono sempre lì pronte e felici di esaudire le fantasie più perverse degli uomini). In questa guerra variano magari le armi: dalla pistola al coltello alla pietra alle mani nude, in una sorta di macabra regressione di quegli “strumenti contundenti” di cui si è dotata “la civiltà”.
Gli incontri sono dedicati a tre artiste, partecipi – ognuna sulla base di un linguaggio intimamente proprio - del radicale riesame dei codici figurativi attuata dalle avanguardie artistiche del Novecento.
di Nadia Lucchesi, 25 Aprile 2025
A parlar bene di Papa Francesco non si sbaglia: chi ne parla male, per lo più, sogna una Chiesa “indietrista”, che si fa setta, che non sa rapportarsi con le sfide del presente e dimentica che la tradizione “è sempre aperta, come le radici dell’albero, e l’albero cresce”.
Parlando bene di Papa Francesco si confermano le sue scelte coraggiose: la sua costante fede nella pace, perché “la speranza non delude” anche quando tutto parla di guerra; il suo riconoscimento del valore del dialogo nel contesto globale segnato da "intolleranza e odio"; la sua attenzione per le "periferie esistenziali"; la sua preoccupazione per i migranti, per la tragedia delle morti in mare; il suo amore per la povertà, accolta come sorella; la sua visione del Creato, che va custodito e rispettato.
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