Rosella Prezzo presenta l'Accademia Le parole che curano dal titolo:
Vademecum nei tempi bui
Attraversare il linguaggio
Nei tempi in cui viviamo, scossi da pandemie (virali, economiche e sociali), ci saremmo aspettate/i forse contestazioni, sommosse, ribellioni per una sanità che non c’è, per un lavoro che non c’è, per una scuola che non c’è, per un futuro che non c’è. E invece il profondo degrado del legame sociale ha fatto emergere in superficie una battaglia, spesso violenta, attorno a parole feticcio, addirittura acronimi issati come vessilli in nome di una “rivoluzione antropologica” che apra a un “Nuovo Mondo”. Questa Accademia vuole fermarsi a pensare questo nostro presente e invitare a farlo, al di fuori del fragore delle armi.
L'incontro è online e gratuito, per partecipare è necessaria l'iscrizione inviando una mail a
Scarica la locandina dell'Accademia.
L'Accademia di quattro incontri partirà il 30 settembre. Prenota fin da ora la possibilità di partecipare gratuitamente a questo percorso formativo, curato da Rosella Prezzo.
Giovedì, 30 settembre| l poteri delle parole
«Quando io uso una parola» disse Humpty Dumpty in tono alquanto sprezzante «questa significa esattamente quello che decido io... né più né meno.». «Bisogna vedere - disse Alice - se lei può dare tanti significati diversi alle parole.» «Bisogna vedere - disse Humpty Dumpty - chi è che comanda. Sta tutto lì». (L. Carroll, Attraverso lo specchio ).
Ma oggi chi è il padrone?
Giovedì, 7 ottobre| Utopie e distopie
Può un’utopia trasformarsi in una distopia? L’utopia del linguaggio inclusivo e la distopia della cancel culture.
Giovedì, 14 ottobre| Le “neolingue” e l’annientamento del pensiero attraverso il linguaggio
Come si costruisce una neolingua? E a che scopo? Alcuni esempi storici e alcune riflessioni a partire dal romanzo di Orwell “1984”.
Giovedì, 21 ottobre| Ripensare la condizione umana. Per una pratica di risignificazione e ri-simbolizzazione
Alcune riflessioni ispirate a due grandi pensatrici del nostro tempo: H. Arendt e M. Zambrano. I “mortali/natali”; “Un centro che pulsa sul confine”.
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Rosella Prezzo è filosofa, saggista e traduttrice, vive e lavora a Milano.
È stata a lungo redattrice della rivista “aut aut” e docente a contratto di Estetica alla Facoltà di Architettura di Milano. Autrice di numerosi saggi, è inoltre stata tra i primi a introdurre e promuovere in Italia il pensiero di María Zambrano, curandone diverse edizioni italiane. Da anni pratica la filosofia tenendo gruppi di pratica filosofica in diversi contesti culturali, sociali e professionali. E' tra le fondatrici della Scuola di Alta Formazione Donne di Governo.
L'Accademia Le parole che curano
È un percorso particolarmente indicato per donne e uomini che stanno in relazioni di cura, per lavoro, per volontariato, per vocazione. Nel disfacimento generale della cura del senso di ciò che diciamo, ci si scorda che la prima cura da avere nelle relazioni di responsabilità (compreso le psicoterapie e l'insegnamento) è la cura di ciò che viene veicolato dalle parole che pronunciamo. Possono fare bene, ma possono fare molto male se sono sbagliate, sciatte, inadeguate o anche involontariamente offensive. Bisogna ritrovare la coscienza che anche le parole sono agenti.
È necessario recuperare la coscienza che perfino le parole devono essere accompagnate a venire al mondo, e ogni corrispondenza tra ciò che viviamo oscuramente dentro di noi e la parola che nasce da questa oscurità ci fa vivere con più intensità e gioia, o addirittura ci riporta in vita. Quasi tutto l'insegnamento della filosofa Maria Zambrano ruota intorno al nascere, dis-nascere, rinnovare la nascita, nella vita quotidiana e nei momenti cruciali della nostra storia e della Storia. Una delle strade maestre di questo insegnamento riguarda l'accuratezza del parlare, la scelta dei nomi che indicano le cose, interne e esterne, la coltivazione della coscienza che le parole possono curare e possono fare anche ammalare, o peggiorare lo stato di chi sta già male. Anche le parole "nascono", dentro di noi e nella relazione. Prendersi cura dell'altro e dell'altra significa curare ciò che diciamo, affinché curi chi si è affidato a noi. Particolarmente nelle professioni c'è bisogno di riguadagnare la coscienza dell'adeguatezza del linguaggio, finalmente alleggerito da troppi tecnicismi.
In questo percorso l'obiettivo è di ritrovare il potenziale infinito del venire al mondo attraverso la cura delle parole, e assumersi la responsabilità che riguarda il mettere al mondo parole nuove e adeguate.