C'è una triste vicenda che sta attraversando il mondo cosiddetto occidentale, e che le prese di posizione della Rowling rappresentano molto bene.
La vicenda riguarda il rigurgito misogino post pandemia proveniente da luoghi da cui ingenuamente si continua a pensare che sono amici delle donne, perché si dichiarano discriminati come lo sono state le donne per un lunghissimo tempo. Per esempio in Italia una parte del mondo queer, attraverso il ddl Zan, vorrebbero cancellare il nome "donna" e l'identità di genere, non solo dal vocabolario, ma dalla vita delle persone in carne ed ossa. Si propongono brutture come "persona che partorisce". Ma allora si dovrebbero chiamare i maschi "persona che eiacula"? Insomma: non ci sono più alibi.
Il pettine di Covid19 ha portato tutti i nodi al loro esito: o sciogliersi o rafforzarsi in un garbuglio mesto e caotico. Non ci sono alternative di mezzo, in questi casi. O da una parte o dall'altra e, sembra che Covid19 ci voglia dire.
È come con "bene" e "male"; non c'è il fare un po' bene e il fare un po' male. O si lotta per la luce, il respiro libero e profondo, l'allegria che dà la collaborazione con la vita; oppure no, tutto il contrario.
Chi non sa vedere, ascolti chi ha visto con coraggio e capacità. Chi ha visto, si comporti di conseguenza. Chi è ostinatamente cieco, va fermato prima che, come un pifferaio magico, porti il mondo con sé nell'abisso.
Molte di noi donne hanno visto sempre nella storia e anche ora vediamo. Vediamo che la guerra contro la sapienza e contro le donne è ancora più violenta di prima, anche da parte di chi non ce la saremmo aspettata. Si vuole cancellare, con la violenza e l'ipocrisia delle parole mainstream, la bellezza è la fortuna di essere nate donne. Si vuole irridere e disprezzare gli uomini di buona volontà che si sono risvegliati, e che ringraziano le loro madri e le loro sorelle.
Annarosa Buttarelli
Direttrice Scientifica
Scuola di Alta Formazione per Donne di Governo