La nostra pinacoteca. Marie Blanchard, l'amica dei vagabondi

La nostra pinacoteca. Marie Blanchard, l'amica dei vagabondi

Ecco un nuovo appuntamento con la rubrica di approfondimenti sull'arte "La nostra pinacoteca" a cura di Francesca Mellone che vuole rivelare il contributo di alcune artiste nella storia dell'arte e dell'immaginario estetico.

L'amica dei vagabondi
Marie Blanchard (1881, Santander- Parigi 1932)

 

Ti ho sempre chiamato "gobba" e non ho detto nulla dei tuoi occhi belli e pieni di lacrime,
con lo stesso ritmo con cui il mercurio sale attraverso il termometro, né ho parlato delle tue mani magistrali.

Le parole in esergo sono tratte dal lungo discorso Elegia a Marie Blanchard, che Federico Garcia Lorca pronuncia in memoria di Maria Blanchard, a pochi mesi dalla morte dell'artista.
Maria Gutiérrez Cueto, spagnola da parte di padre, e franco-polacca da parte di madre, nasce a Santander, ma trascorrerà metà della sua vita a Parigi, diventando un'interprete, grande e sconosciuta, delle avanguardie artistiche. Sin da bambina è la vittima ideale dei compagni di scuola, che la molestano apostrofandola come "Strega" per la bassa statura e per la sua deformità, dovuta a una disarticolazione bilaterale dell'anca. artistici sono
Sarà il padre, giornalista e esperto d'arte, a intuirne il talento esortandola a coltivarlo. Nel 1903, Maria si trasferisce a Madrid per iscriversi alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, ma soltanto un anno dopo suo padre muore. Grazie a una borsa di studio, assegnatale nel 1908 dal Comune di Santander, Maria potrà trasferirsi a Parigi e completare gli studi all'Academie Vitti. Allo scoppio della guerra, nel 1914, l'artista ritorna a Madrid, per poi, dal 1918 stabilirsi per sempre nella capitale francese, assumendo il nome d'arte: Marie Blanchard.
La pittura la consente di affrancarsi dalle proprie paure e dai propri affanni, consentendole di incontrare artisti come Diego Rivera, Jacques Lipchitz, André Lothe, Angelina Beloff e soprattutto, Juan Gris.
Assieme a Diego Rivera, del quale è silenziosamente innamorata, e a Angelina Beloff, abita alcuni anni in una casa a Montparnasse.
Con Juan Gris, anch'egli spagnolo, condivide un certo approccio al cubismo, basato su di una resa brillane e vivida (si potrebbe definire "ispanica") del colore, lontana dall'estensione quasi monocromatica del primo cubismo, ma, diversamente dal pittore, che si esprime operando una fratturazione regolare delle forme, Marie ammorbidisce i contorni e non rinuncia mai a dialogare con il "figurativo".

1 Marie Blanchard Composizione con figura 19161 Marie Blanchard Composizione con figura 1916

2 Marie Blanchard Nature morte 19162 - Marie Blanchard Nature morte 1916

3 Marie Blanchard Composizione cubista 19173 Marie Blanchard Composizione cubista 1917

Gris, Picasso e Braque, onde rimediare a una eccessiva decostruzione dell'oggetto, approdano al cubismo sintetico, volto ad assemblare, con effetti di maggiore compattezza, parti dipinte e materiali provenienti dall'esterno, secondo la tecnica, allora inedita, del collage.

Dopo l'esperienza cubista, invece, Blanchard ritorna allo stile figurativo, riavvicinandosi al costruttivismo di Cézanne, che del cubismo analitico era stato il precursore.4 Marie Blanchard Nature morte 19174 Marie Blanchard Nature morte 1917

In questa fase, i dipinti si fanno aspri, emozionalmente espressivi e malinconici, spesso legati a temi e figurazioni riferiti al mondo dell'infanzia. dai quali affiora il rimpianto per una maternità a lei negata.5 María Blanchard La Bretone19285 María Blanchard La Bretone1928

Dopo una serie di mostre tenute alla Galleria L'Effort Moderne e al Salon des Indépendants e dopo l'esposizione del 1921 alla Society of Independent Artists a New York, la sua fama cresce, ma il successo è effimero, e ben presto la sua esistenza dipenderà, in toto, finanziariamente dagli amici.

Nel 1927 muore Juan Gris e Marie, caduta in depressione, cerca di superare il lutto avvicinandosi alla religione, con l'intento di prendere i voti e chiudersi in convento.
Alla fine, desiste dal proposito e riprende a dipingere, ma la salute presto peggiora, allontanandola per sempre dal lavoro.
Muore di tisi, in completa povertà, il 5 aprile del 1932.
Ad accompagnarla nell'ultimo viaggio, è una nutrita schiera di vagabondi, poveri, emarginati, con cui Marie si intratteneva abitualmente, spartendo le poche risorse a sua disposizione.




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