di Sandra Morano
fondatrice della Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
Il femminismo ha tradito le donne?
Dall'altra parte dell'oceano finalmente ci si interroga su quelle che nel pensiero comune dovevano essere le battaglie vincenti ereditate, ma non ancora risolte, nella prima metà del secolo scorso. Interessante il dubbio che viene alla Brooks. (Leggi l'articolo sul New York Times "Feminism has failed women") Un dubbio "antropologico", che per la prima volta rompe lo schema "famiglie nucleari" della società americana dominante, a favore della attitudine alla cura delle società (matriarcali) sottomesse.
Ma erano queste le promesse, o le finalità di quel femminismo? Se si guarda ai suoi primitivi principi, basati sulla solidarietà, la domanda "Il femminismo ha tradito le donne?" non è appropriata.
E' stata piuttosto la terza ondata ad essere inadeguata, fondata com'era sul raggiungimento a tutti i costi del "successo".
La pandemia, dice la Brooks, ha squarciato il velo di un tessuto già logoro, di un universo femminile che ha capito di non poter contare che su se stesso, per lavorare, per governare, ma soprattutto per mantenere in armonia i propri talenti e la cura di se stesse e degli altri, in particolare i bambini.
Ma tant'è, il binomio, o lo spettro, di donne che si organizzano, anche da sole, per prendersi cura al meglio anche dei piccoli, continua a far paura nel vecchio mondo. Lo spettro di "comunità di donne" che si aiutino, esercitando solidarietà ed accoglienza allo stesso tempo; che dimostrano di essere indispensabili alla società, paralizza le donne oggi forse ancor più di quello schema respingente basato sul successo che dicono di voler combattere, ma alle sue immutabili condizioni.
Se il coronavirus ha avuto un solo merito in quest'anno indimenticabile, eccolo: aver dimostrato che il femminismo non ha tradito le donne, ma ha fatto faticosamente emergere in loro, insieme alla loro superiorità non solo numerica, il nodo irrisolto della maternità rispetto al loro essere differenti, prima che pari. E ha in qualche modo dimostrato che quelle battaglie non ancora risolte del secolo scorso richiedono ancora, per essere finalmente vinte, di fare i conti con quella latente o reale prerogativa loro riservata, che se non rappresenta più un destino, porta con sé una diversa visione, o esperienza, della cura degli altri e del mondo.
Per questo non ci vuole un "nuovo femminismo", ….basterebbe quello che abbiamo vissuto e a cui tendiamo ancora. E' con questo desiderio, che auguriamo a tutte e a tutti noi di vivere un 2021 in cui il nostro costante impegno tenda a valorizzare le differenze e sostenere le lotte per la giustizia, custodendo quanto l'esperienza femminile ha evidenziato nell'anno che ci lasciamo le spalle: l'importanza della solidarietà e della cura. Buon 2021!
Luana Zanella, presidente CDA, Anna Maria Piussi, Presidente onoraria, Daniela Ferrari, Direttrice della Scuola.
Leggi anche il commento di Elena Tabano all'editoriale di Kim Brooks, comparso sul Corriere della Sera, il 28 Dicembre 2020.
In copertina – Max Ernst, L'angelo del focolare, 1923