da Il Fatto Quotidiano di domenica 28 Ottobre 2023
di Annalena Benini
Poche sere fa, per la prima volta, mia figlia ha cominciato a parlare di università e di speranze. Poiché non era mai successo, e anzi a ogni mia goffa domanda sulle idee per il futuro lei rispondeva sempre tirandosi il cappuccio della giacca sulla fronte e scappando in un’altra stanza, sono rimasta in silenzio: ascoltavo e basta. Per non innervosirla, per non rovinare tutto, ma anche perché stava arrivandomi addosso l’evidenza: maggiorenne, partire o restare, partire partire, valigia che si rompe, aereo, Amsterdam forse, vivere da sola, copriti che fa freddo, morire di fame, lavorare, barista, babysitter, troppo vino, strade buie la sera tornando nella stanza in affitto, mai un messaggio a tua madre. Tra pochi mesi cambia tutto, quindi, è così che succede.