di Annarosa Buttarelli, pubblicato su 'Lo Specchio' de La Stampa del 21 Gennaio 2024
Circola da qualche tempo un appello che richiede firme a sostegno della denuncia di “femminicidio di massa” avvenuto il 7 ottobre scorso ad opera di Hamas, in Israele. Ci mancava anche questo appello tra gli altri che stanno dilaniando l’ormai variegata frammentazione interna al femminismo italiano. Ci sono donne, come quelle firmatarie dell’appello che, senza se e senza ma, sostengono, anche senza intenzione precisa, la causa complessiva dello Stato israeliano. Ci sono donne che ricusano l’appello perché non cita anche le stragi di donne e di bambini in quel che rimane della Palestina, ma soprattutto queste stesse fanno opposizione all’appello perché usa la formulazione “femminicidio” per le donne vittime nel kibbutz. Dobbiamo parlarne, sia perché esiste una posizione diversa dalle due descritte, sia perché si tratta, non solo di definire meglio quello che è accaduto, ma perché è esatta la parola “femminicidio”, in ogni caso.