di Rosella Prezzo*
Nei primi anni Settanta, all’università di Milano, in un periodo pieno di effervescenza politica e relazioni, di “movimento” appunto, mi laureavo giovanissima in filosofia. Ma, paradossalmente, proprio mentre discutevo una tesi su Marx e Hegel si sputava su Hegel. Circolava infatti l’ingiunzione femminista irriverente di Carla Lonzi Sputiamo su Hegel, testo radicalmente rivoluzionario, in cui si leggeva, tra l’altro: “Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalità”.