di Sandra Morano, tra le Fondatrici della Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo e Coordinatrice Area Formazione Femminile Anaao Assomed
Nel giugno 2019, a chiusura dei lavori della III Conferenza Nazionale “Donne Sanità Sindacato” di ANAAO Assomed, scrivevamo: ”più volte abbiamo lamentato sui temi della Sanità l’assenza di una visione: ecco un invito ad iniziare a discuterne”. Da allora abbiamo visto di tutto dalla crisi epidemica a quella climatica fino alla guerra vera in Europa. Per la sanità è stato un periodo durissimo fatto di emergenza, sacrifici, un lavoro infinito, anche ora che il virus sembra attenuare i suoi effetti.
Soprattutto il SSN ha sentito la mancanza di una vera vision e di una altrettanto vera analisi delle sue fragilità a partire da quella relativa al suo capitale umano, cioè quelle donne e quegli uomini che ogni giorno ne garantiscano la sua esistenza e la sua continuità. Quel che resta, infatti, di un progetto che solo 40 anni fa sembrava un ideale di universalità da sviluppare al meglio, è oggi un sistema alle prese con un lavoro di cura da esplicitare al meglio e che dovrà anzitutto rimodellarsi su uno shifting di genere.
Quel che resta della forza lavoro del SSN (in continua diminuzione anziché in crescita come in tutti i paesi europei) è composto per più del 70% da donne. Si tratta di una “novità storica”, perché “nella prospettiva del care, le donne hanno un ruolo da protagonista, non per natura, ma perché è l’eredità socio-storica della civiltà a volerlo.… questo sapere contestuale delle donne, la loro migliore conoscenza del care, ciò che esse fanno, delegano o supervisionano, conferisce una responsabilità etica e politica a quelle che sono legittimate a esprimersi nello spazio pubblico. Questo dare visibilità implica una serie di rotture con gli attuali modelli dominanti, per esempio con la istintuale dissociazione tra la valutazione della salute dei beneficiari del care e della salute di quelli che se ne occupano “(Pascal Molinier, Care Prendersi Cura Un lavoro inestimabile, Moretti&Vitali).
Questa “mutazione” non potrà compiersi mantenendo l’attuale modello organizzativo, dimostratosi fallimentare e, oramai, invivibile per tutti, donne e uomini. Tocca alle donne dunque prendere la parola perché esse “arrivano nel management con la testa più sgombra, perché meno condizionate a comportarsi secondo i modi di un potere dal quale sono state tenute lontane. Meno formate da una cultura manageriale che si riproduce come indiscutibile perché anche da questo mondo sono state tenute fuori. Meno portate a fare come si è sempre fatto, perché loro non l’hanno mai fatto. Partono da quello che hanno davanti, perché alle spalle hanno solo esperienze di uomini. Vedono cose diverse e vedono le cose diversamente. Per il loro modo di vedere non ci sono riferimenti già dati “(Pogliana, Superare i confini, Feltrinelli).
In questo lungo tempo della pandemia, le professioniste del SSN hanno mostrato, oltre ad aver lavorato incessantemente, una preview di come dovrebbe essere il SSN quando tra pochi anni saranno loro a dirigerlo. Il volume “La sanità che vogliamo“ (Moretti&Vitali,2021) è stato anzitutto un riconoscimento di se stesse e un fedele specchio narrativo di talenti e bisogni, esperienze e visioni.
La necessità di cambiamento è, poi, maturata dentro molteplici iniziative dell’Area Formazione Femminile di Anaao Assomed, cui si sono uniti la professoressa Giovanna Vicarelli, Direttrice Scientifica del CRISS dell’Università Politecnica delle Marche e altre associazioni (Salute Diritto Fondamentale, Fondazione Scuola di Alta Formazione donne di Governo) che hanno interessato colleghe ma anche politiche, esperte, che ne hanno riconosciuto la portata originale e globale, condividendo e supportando l’idea di una svolta finalmente possibile. Il confronto avviato ha avvicinato mondi un tempo animati da obiettivi comuni: la Medicina, la Politica, la Formazione, l’Associazionismo Sindacale, e lo ha fatto attraverso quella che la psichiatra Pascale Molinier definisce -e auspica- “la società del care”, intendendo come care” un’etica concreta le cui forme fanno tutt’uno con le pratiche concrete, da cui non sono dissociabili”.
In questo percorso di riflessività e di progettazione di un nuovo futuro si pone il webinar, “Con occhi di donna: il modello della governance della sanità è fallito? Esistono alternative?” che si terrà lunedì 12 dicembre alle 14.30. L’intento è quello di un incontro (che si protrarrà nel tempo) fra protagoniste/i, esperte/i e tutti coloro che hanno a cuore il SSN, fino ad oggi uno dei migliori al mondo.
Link zoom
https://us02web.zoom.us/j/83526192963
Un percorso, dunque, per mettere in comune esperienza e visioni, per eliminare steccati sopravvenuti negli anni a mantenere false egemonie economicistiche in cambio dei diritti fondamentali. In questa prospettiva le cure orientate dalle donne possono rappresentare il ritorno in Sanità della dignità e la fine della sofferenza etica, prefigurare prospettive non più One Size, luoghi, pratiche e relazioni di solidarietà, bellezza e benessere, dove l'economia è la cura, e soffrire (e talvolta morire sul lavoro) non è un destino. Sostenere il SSN per noi è anche questo.