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Abbiamo detto molte volte che è necessario "cambiare l’immaginario del cambiamento", formula perfetta inventata da Rebecca Solnit, ormai molti anni fa. Per arrivare a tanto, è necessario nutrire l’immaginazione creativa e disfarsi delle fantasie.
Ma l’immaginazione è a sua volta nutrita dai sogni, o sono i sogni a essere nutriti dall’immaginazione?
Comunque sia, le donne nella storia sono state formidabili sognatrici, politicamente impegnate a orientare i contesti in cui hanno vissuto. Carla Lonzi, che la sapeva lunga, ha infatti riempito di sogni il suo "Taci, anzi parla". Proviamo a riflettere intorno alla possibilità di praticare anche noi una politica profetica, capace di rimettere in movimento l’immaginazione.
Conduce la filosofa Annarosa Buttarelli
La Fondazione Scuola Donne di Governo dal 2018 promuove formazione continua e spazi di riflessione sul tempo che stiamo vivendo per sperimentare un modo nuovo di guardare e affrontare la realtà, grazie ai saperi e alle sapienze femminili del passato e del presente.
Tante sono le persone coinvolte ogni anno attraverso percorsi diversi e multidisciplinari. Per continuare il nostro operato - che si avvale di docenti, artisti, artiste, filosofe e filosofi, mediche e medici, teologhe, letterate e letterati, giornalisti professionisti, ecc. in collaborazione con enti del territorio nazionale ed internazionale - servono energie, risorse ed investimenti quotidiani.
Per questo abbiamo organizzato per sabato 13 maggio 2023 un'Asta solidale a Mantova.
La quinta tappa del percorso nazionale Donne di Governo. La novità storica arriva nel Veneto, ospite del Comune di Verona, che fortemente desiderato organizzare degli incontri per tutte le donne che ricoprono una carica politica-amministrativa, desiderose di confrontarsi con altre colleghe che vivono la stessa responsabilità pubblica, fornendo loro un'occasione per approfondire alcune pratiche e saperi che, come un filo rosso, sottostanno a tutte le logiche decisionali di oggi e di domani, per governare efficacemente e per non cadere nella tentazione del dominio.
Dopo aver compiuto i primi passi per una rete trasversale, Donne di Governo, La novità storica arriva a Verona con due appuntamenti presso la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona, dalle ore 15.00 alle 18.00:
Nel libro Trame di nascita. Tra miti, filosofie, immagini e racconti, l'autrice Rosella Prezzo, filosofa e tra le fondatrici della Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo, sovverte abilmente il paradigma che ha dominato la cultura, "essere per la morte", e che ha messo le basi per la distruzione della con-vivenza.
Ricollocando la nascita da madre nella giusta posizione inaugurale, il vivere insieme, l'autrice propone di "ricominciare dall'inizio", facendo dell'inizio stesso il luogo relazionale e trasformativo della vita singolare e della comunità dei "comuni natali". Espressione, quest'ultima, destinata a prendere il posto di quella tradizionale dei "comuni mortali". Sorprendenti immagini che vediamo proposte dal più lontano passato e dal presente, confermano la volontà di sostituire la nascita da madre con nascite e gestazioni fantasiose o perturbanti. Con una scrittura filosofico-letteraria, in compagnia di Hannah Arendt e di María Zambrano oltre che di artiste e scrittrici, Rosella Prezzo entra in profondità critica alla deriva tecnocratica del presente, e ripristina la necessità di consolidare culturalmente la madre sempre certa.
Forse è necessario, allora, tornare da capo, all'origine dell'umano, a quell'origine divisa e con-divisa di cui la nascita è il corposo simbolo. Ripensarla rispetto al contesto delle nuove tecnologie di riproduzione non comporta però né la demonizzazione della scienza e dei suoi progressi né la difesa d'ufficio di un'essenza, inoggettivabile e sacrale, identificata nella "Vita", che risulta poi a scapito delle vite, ossia dei corpi implicati in vita. Significa invece interrogarsi su quali poteri attribuire alla tecnica e su quali nuovi significati dare al venire al mondo dell'umano. Il che comporta la necessità di risimbolizzare l'evento della nascita superando la perdita d'aura nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, di cui contrastare anche il linguaggio, senza per questo tornare ad antiche o rinnovate mitologie, o sublimi idealizzazioni che non la rendono più identificabile come umana. In fondo, potremmo dire, l'esperienza della gestazione e del parto/nascita è quell'esperienza-limite e al limite (di ciò che ho chiamato "l'altra finitudine" umana) che non è mai stata riconosciuta né pensata come tale.
[Rosella Prezzo]
Il libro è uscito il 3 Marzo, edito da Moretti e Vitali, ed è disponibile in tutte le librerie e gli store digitali.
Qui di seguito gli appuntamenti per poter partercipare alla presentazione del volume in presenza dell'autrice:
- Venerdì 14 Aprile a Grosseto.
- Venerdì 21 Aprile ore 17.30 presso l'Unione Femminile Nazionale in Corso di Porta Nuova,23 a Milano --> Scarica la locandina.
La nuova Accademia della spiritualità e della sapienza femminile si propone di evidenziare come sia possibile portare alla luce le tracce di un sapere antichissimo legato ad una civiltà, precedente all'avvento delle culture basate sul dominio, che si era sviluppata sul riconoscimento della Sapienza delle Madri. Gli strumenti che ci aiutano a rintracciare il filo di questa forma di conoscenza sono stati affinati dalla ricerca delle donne soprattutto in questi ultimi cento anni negli ambiti dell'archeologia, dello studio attento e critico delle mitologie fondative della civiltà occidentale, della filosofia della differenza.
Attraverso un percorso di conoscenza e di presa di coscienza, l'Accademia intende offrire a donne e uomini i mezzi per una comprensione più adeguata della realtà, per una consapevolezza delle proprie radici e del valore di una visione del mondo non androcentrica.
La stessa idea di spiritualità ne risulta del tutto modificata: non si tratta più di una dimensione contrapposta a quella materiale e corporea, come si presentava nella linea di pensiero dominante nella cultura occidentale, dalla filosofia platonica e soprattutto aristotelica in poi, che ha costruito una gerarchia simbolica penalizzante per le donne che invece "si percepivano come esseri umani, pienamente carne e pienamente spirito" (Carolyne Walker Bynum).
di Tina Balì.
Ho letto sulle pagine di questo sito un interessante articolo di Donatella Albini, candidata alle elezioni regionali della Lombardia e mi sono resa conto che dopo il voto del 12 e 13 febbraio, nel quale anche io sono stata candidata per le elezioni regionali nel Lazio, non sono riuscita a mettere su carta le mie riflessioni sul voto.
di Sandra Morano, tra le Fondatrici della Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
C’è qualcosa in comune tra le parole di Emma Ruzzon, la studentessa presidente del consiglio degli studenti, durante l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Padova, e quelle delle donne che si sono dimesse dai più alti uffici pubblici. Questo discorso, insieme alle recenti dimissioni della prima ministra Sturgeon in Scozia, e, ancor prima, quelle della sua omologa Jacinda Ardern in nuova Zelanda, significano, anche se con tonalità diverse, un NO senza appello ad imperativi patriarcali, a strategie di successo indicate come infallibili, a meriti ignorati da governi e istituzioni formative che non hanno più nulla da offrire, soprattutto al mondo giovanile.
Dopo le elezioni regionali la Lombardia esce con la conferma del governatore Fontana. Cosa è cambiato nella vita delle cittadine e dei cittadini? Come è andata la campagna elettorale per chi ha deciso di “metterci la faccia”? Un profondo senso si solitudine è quello che emerge dalla testimonianza di Donatella Albini, consigliera comunale di Brescia, candidata all’ultimo turno elettorale, che sottolinea come sia necessario tra le donne “rendere visibile la relazione che ci sostiene, per prenderci cura una dell'altra, andando oltre le posizioni di rivendicazione, contrapponendoci alle logiche e ai giochi maschili di potere”.
Proprio nei giorni scorsi, al Nonprofit Women Camp di Torino, Jennifer Guerra una giovane giornalista – anche lei bresciana -, ha parlato di sorellanza come il “riconoscersi in una storia comune, ritrovare pezzi di me stessa nelle altre donne”, un processo che non è neutrale, ma si apprende e si costruisce, ogni giorno insieme.
di Lidia Campagnano, docente dell'Accademia della Maestria Femminile: Gli ideali dei quali non possiamo fare a meno
Non la scuola come la novella bizzarria che si chiama “istruzione e merito” appena rifondata su fantasie di autoritarismo, umiliazioni e disuguaglianza (insomma, a misura dell'attuale ministro), bensì la scuola come la intende la preside Annalisa Savino.
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