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di Annarosa Buttarelli, articolo pubblicato su Lo Specchio de La Stampa 19 Maggio 2024
Esistono formule che rendono irreversibile il cammino dell'umanità, in certi suoi campi di espressione. Una di queste è “autodeterminazione delle donne”. Non è pari alla reversibilissima “autodeterminazione dei popoli”, violata fino all'impensabile. Con trasmissioni televisive sull'aborto in cui parlano solo uomini, con la tentata invasione dei consultori da parte del pro-vita, con il revanscismo misogino qua e là in Europa (Italia compresa) e in alcuni stati degli USA, sotto varie forme, si assiste al tentativo di aggredire questo presidio irreversibile che il “soggetto imprevisto” le femministe delle origini hanno guadagnato nel corso della rivoluzione delle donne.
di Giovanna Piaia, Presidente della Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
Ridimensionate le aspettative sulla presenza femminile nella politica istituzionale, e verificato che essere “semplicemente Giorgia” o semplicemente “donna” non garantisce la capacità di fare la differenza, cerchiamo e attendiamo di vedere nel panorama delle immagini e degli slogan elettorali qualcosa di diverso da parte delle donne candidate. Vale la pena fare questo check up e osservare in questo breve tempo di pre-elezioni europee come si caratterizza il linguaggio, le immagini e gli slogan che accompagnano la candidatura delle donne.
Nella giornata internazionale dell' Ostetrica l'Associazione Dalla parte dei minori in collaborazione con l'Ordine della professione di Ostetricia di Ravenna,
organizza il giorno 3 maggio ore 18 presso l'Ospedale Santa Maria delle Croci, in viale Randi 5, la presentazione del libro:
TRAME DI NASCITA tra Miti, Filosofie Immagini e Racconti
della filosofa e saggista Rossella Prezzo
Le teologie femministe cristiane hanno accompagnato o sono state influenzate dalle diverse ondate dei movimenti femministi. Così sono passate dalla rivendicazione dei diritti (diritto di voto con il movimento suffragista), alla riflessione sul corpo (affiancato alle lotte su aborto, divorzio e sessualità libera). L’emancipazionismo ha avuto poco spazio nelle teologie femministe, che a causa dello scontro brutale con il patriarcato di tutte le chiese hanno assunto fin dagli anni ’60 delle posture radicali. L’incontro con il pensiero della differenza ha segnato un passaggio importante, mentre oggi il dialogo con le teologie queer è fondamentale e segna anche il modo di affrontare i testi biblici.
Il ciclo di incontri è curato dalla Letizia Tomassone, Pastora Valdese di Napoli.
Torna l'approfondimento "La nostra pinacoteca" curato da Francesca Mellone su artiste contemporanee e non della scena internazionale.
Nata a Cincinnati, Ohio, in una famiglia della media borghesia, Judith è affetta dalla sindrome di Down. A seguito di un attacco di scarlattina, nella prima infanzia, perde l'udito, anche se la sua condizione viene riconosciuta solo più tardi, ragion per cui diventa incurabile.
Mentre è nota la crisi delle istituzioni democratiche in tutto l'Occidente, meno nota è la considerazione che la democrazia che abbiamo in mente non si è mai realizzata.
Forse perché in Atene è partita con il piede sbagliato, forse perché le istituzioni sono sempre state esclusive e non ugualitarie, forse perché sono sempre state respinte nel corso della Storia le proposte di donne che, invece, avevano ben chiaro come si sarebbe potuta realizzare la democrazia, non ateniese.
Andremo a ritrovare le idee di donne che oggi potrebbero finalmente preparare il terreno per la nascita della democrazia, per la prima volta nella storia.
Conduce: Annarosa Buttarelli, filosofa e Direttrice scientifica della Scuola di Alta Formazione Donne di Governo.
di Annarosa Buttarelli, pubblicato su 'Lo Specchio' de La Stampa del 21 Gennaio 2024
Circola da qualche tempo un appello che richiede firme a sostegno della denuncia di “femminicidio di massa” avvenuto il 7 ottobre scorso ad opera di Hamas, in Israele. Ci mancava anche questo appello tra gli altri che stanno dilaniando l’ormai variegata frammentazione interna al femminismo italiano. Ci sono donne, come quelle firmatarie dell’appello che, senza se e senza ma, sostengono, anche senza intenzione precisa, la causa complessiva dello Stato israeliano. Ci sono donne che ricusano l’appello perché non cita anche le stragi di donne e di bambini in quel che rimane della Palestina, ma soprattutto queste stesse fanno opposizione all’appello perché usa la formulazione “femminicidio” per le donne vittime nel kibbutz. Dobbiamo parlarne, sia perché esiste una posizione diversa dalle due descritte, sia perché si tratta, non solo di definire meglio quello che è accaduto, ma perché è esatta la parola “femminicidio”, in ogni caso.
L'articolo di Annalisa Camilli apparso su Internazionale con il titolo Perché ci sono pochi corsi di studi femministi nelle università italiane ci stimola a riconoscere i cambiamenti in atto e a rilanciare la scommessa culturale e politica aperta, per tutti, dalla rivoluzione femminile-femminista. Come la Scuola di alta formazione intende fare. Al di là dei vincoli -immaginari o reali- dell'attuale istituzione universitaria, delle etichette con cui si veicolano nuovi contenuti aggiuntivi (Gender-Queer Studies), di proposte di parità soprattutto se calate dall'alto. Perché è il modo di agire la propria libertà con le forme del sapere, nella ricerca e nella docenza, che può costituire un cambio di prospettiva a tutto campo. Per questo rilanciamo la scommessa e pubblichiamo un articolo a firma Muraro-Piussi apparso molti anni fa, ai tempi di un governo di centro-sinistra.
Prof.ssa Anna Maria Piussi
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