Cosa vuole una donna? Carla Lonzi in dialogo con Consagra
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Cosa vuole una donna? Carla Lonzi in dialogo con Consagra

di Annarosa Buttarelli

pubblicato il 22 Ottobre 2025 su Domani

Torna in libreria la lunga conversazione tra la scrittrice femminista e l’artista con cui aveva avuto una relazione. È uno scambio dall’andamento tragico, in cui Lonzi cerca il riconoscimento radicale della sua differenza, dei suoi desideri, della sua capacità di amare, volendo essere amata non solo sessualmente, non solo ammirata.

vaipureGià nella tragedia greca classica, in particolare in Antigone di Sofocle, troviamo un’analogia con il dialogo fallito tra Carla Lonzi e il suo compagno Pietro Consagra. Tra uomini e donne, tra Creonte e Antigone, c’è uno sbarramento insuperabile: non c’è comprensione reciproca profonda, non ci sono parole di speranza. Antigone ha il suo Paradiso nel «condividere amore», una ragione per cui è nata. Ma Creonte non capisce e dunque lei deve, alla fine, arrendersi alla incomunicabilità profonda: «Dei tuoi discorsi nulla mi è accetto, né mai possa essermi accetto; e così i miei sono per te naturalmente sgraditi».

Secondo George Steiner, forse il più importante interprete della tragedia sofoclea, le tragedie del mondo classico greco sono state inventate per mettere in scena i conflitti contingenti tra i sessi. Un metodo adatto al loro tempo per poter indicare il conflitto tra i sessi altrimenti inesprimibile. Qualche passo si è fatto nei millenni, ma se si guardano le cronache del tempo presente si deve constatare che si è ancora al punto in cui si è trovata Carla Lonzi, mentre arrivava alla fine delle quattro giornate di registrazione di un dialogo continuamente inceppato per l’incomprensione.

Uno scambio tragico

In effetti, l’andamento dello scambio con Consagra è tragico: sembra che Carla Lonzi voglia a tutti i costi scongiurare l’impossibilità di comunicare profondamente con il compagno che dovrà congedare con il “vai pure” che chiude l’esperimento, liberando Consagra dallo sfinimento di una trasformazione impossibile del loro rapporto.

Dopo aver praticato l’autocoscienza relazionale con Carla Accardi e gli amici artisti convocati per Autoritratto, dopo averla praticata e perfezionata con le compagne di Rivolta Femminile, Carla Lonzi si trova a un bivio: approfondire fino all’estremo questa pratica trasformatrice mettendola alla prova con il suo amato compagno, oppure proseguire in silenzio una relazione di coppia che si sta riempiendo di zone oscure, e forse di non detti. Per una pensatrice radicale, è stato impossibile scegliere la seconda opzione.

Dunque, ecco il sofferto tentativo di esplorare il limite della relazione tra un uomo e una donna, in autocoscienza. Cosa vuole Carla Lonzi? Cosa vuole una donna? Vuole il riconoscimento radicale della sua differenza, dei suoi desideri, della sua capacità di amare, volendo essere amata non solo sessualmente, non solo ammirata per la sua genialità che, comunque, può tornare utile al compagno.

Vuole una fedeltà amorosa che sappia resistere alle differenze, vuole la comprensione della sua impresa: elevare i rapporti umani allo «stato d’amore».

Incompresa

Non ottiene questo riconoscimento da Pietro Consagra che pure l’ama, ma di un amore troppo dipendente dal sesso, troppo sessualizzato, troppo poco erotizzato. Carla Lonzi non si sente veramente capita, anche se il compagno continua a sostenere di capire quello che lei dice, ma lo intende razionalmente, come si capisce quello che dice una persona se parla in lingua italiana.

Ovvio. Non è questo che chiede Carla Lonzi. Vorrebbe forse sentir dire «per amor tuo non cercherò un’altra donna che mi dia quello che mi serve per continuare a fare arte, e che tu non mi vuoi dare».

Vorrebbe essere tranquillizzata dal compagno sentendogli dire che le rimarrà accanto anima e corpo, nonostante la differenza tra loro.

Il tentativo si fa disperato visto che Consagra, pure amando lei, ammette che cercherà un’altra donna, anche se non lascerà la compagna fino alla fine, fino all’ultimo respiro di Carla Lonzi che avverrà solo due anni dopo, nel 1982. Dopo quattro lunghissime giornate, lei congeda Pietro Consagra con quel “vai pure” in cui è racchiusa la rinuncia, la sofferenza, l’angoscia per la solitudine interiore, ma anche il rispetto dell’alterità granitica dell’uomo.

Lei non ha “sentito” la vicinanza, non ha trovato l’esperienza dei «cuori concordi» che significano la perfezione dell’amore, del reciproco profondo riconoscimento. Per Hegel il riconoscimento reciproco è tra servo e padrone, a rischio della morte di entrambi. Ma questo non vale per Carla Lonzi che ha «sputato» fuori da sé Hegel, per la salvezza di tutte noi.

Eppure, come accade a molte di noi, a molte donne di sempre, senza mai rinnegare o abbandonare l’altro, ha dovuto accettare l’impossibile accesso al Paradiso attraverso il dialogo trasformatore della relazione tra un uomo e una donna. Carla Lonzi avrebbe voluto portare anche Consagra in questo Paradiso.

Pubblichiamo la prefazione della curatrice della nuova edizione di Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra (La Tartaruga 2025, pp. 176, euro 19)Carla Lonzi, in uscita il 24 ottobre. La Tartaruga, collana curata da Claudia Durastanti, sta ripubblicando tutte le opere di Lonzi.




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