Approfondimenti

La guerra millenaria alle donne - di Rosella Prezzo
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La guerra millenaria alle donne - di Rosella Prezzo

Continua la guerra quotidiana che nessuno chiama tale. È la guerra sui corpi inermi di donne (anziane, giovani, giovanissime), con i suoi bollettini di morte, ferite, sopravvissute (che vanno ad alimentare in notevole proporzione il numero delle “persone portatrici di handicap”).

Una guerra che trascina anche con sé le vite di bambine e bambini orfani, segnati a vita e lasciati senza sostentamento. Una guerra per la quale non si prospetta nemmeno la pace, l’armistizio, il cessate il fuoco, ma solo pene più severe. Si piangono e si contano le “cadute”, si hanno reazioni emotive, moti di indignazione ma la guerra continua immutata; anzi, si rinnova nell’età sempre più giovane delle vittime e dei loro carnefici (formati nella visione della pornografia più sadica in cui le donne sono sempre lì pronte e felici di esaudire le fantasie più perverse degli uomini). In questa guerra variano magari le armi: dalla pistola al coltello alla pietra alle mani nude, in una sorta di macabra regressione di quegli “strumenti contundenti” di cui si è dotata “la civiltà”.

A parlar bene di Papa Francesco non si sbaglia
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A parlar bene di Papa Francesco non si sbaglia

di Nadia Lucchesi, 25 Aprile 2025

A parlar bene di Papa Francesco non si sbaglia: chi ne parla male, per lo più, sogna una Chiesa “indietrista”, che si fa setta, che non sa rapportarsi con le sfide del presente e dimentica che la tradizione “è sempre aperta, come le radici dell’albero, e l’albero cresce”.

Parlando bene di Papa Francesco si confermano le sue scelte coraggiose: la sua costante fede nella pace, perché “la speranza non delude” anche quando tutto parla di guerra; il suo riconoscimento del valore del dialogo nel contesto globale segnato da "intolleranza e odio"; la sua attenzione per le "periferie esistenziali"; la sua preoccupazione per i migranti, per la tragedia delle morti in mare; il suo amore per la povertà, accolta come sorella; la sua visione del Creato, che va custodito e rispettato.

La dipendenza economica e quella sentenza che dà la “scossa” a un femminismo un po’ appannato
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La dipendenza economica e quella sentenza che dà la “scossa” a un femminismo un po’ appannato

di Annarosa Buttarelli, pubblicato su Specchio de La Stampa domenica 6 Aprile 2025

Si è sempre detto che la legge segue i cambiamenti avvenuti nella società, che li registra e li rende evidenti agli occhi di tutti. Nel disorientamento generale, abbiamo ancora questo senso comune? A me sembra, riflettendoci, che in questa transizione storica la legge si sia agganciata piuttosto al mainstream, ovvero alla morale imposta pubblicamente. Oppure, solleciti in modo sorprendente quel cambiamento della mentalità che un tempo doveva fare da traino.

Vent'anni senza Sontag
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Vent'anni senza Sontag

di Annarosa Buttarelli, filosofa e Direttrice Scientifica della Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
pubblicato su Tuttolibri de La Stampa - sabato 28 Dicembre 2024

I vent'anni trascorsi dalla morte di Susan Sontag hanno condotto il mondo ad essere molto differente da quello del 2004, eppure la signora del Camp ha lasciato tracce inquiete che sembrano profetizzare le vertiginose evidenze in cui viviamo oggi. In Control'interpretazione, uno dei suoi saggi più letti anche in Italia, definisce bene il suo programma Camp, esistenziale e di scrittura: vedere il mondo come fenomeno estetico.

Basta con il plurale, non tutto è femminismo

Basta con il plurale, non tutto è femminismo

di Annarosa Buttarelli, pubblicato su "Lo Specchio" de La Stampa, domenica 10 Novembre 2024

Sui manuali di storia più attenti alla storia dell’umanità si trova scritto che, nel ‘900 e a parte quella freudiana, l’unica rivoluzione riuscita senza spargimento di sangue e senza presa del potere è quella femminista. È vero, anche se trovo imprecisa l’indicazione perché, in realtà, si dovrebbe dire che è l’unica rivoluzione in corso: come sosteneva Carla Lonzi, il femminismo è “l’eterna istanza delle donne”. La sua bellezza, la sua eleganza e le sue ragioni vanno mantenute, insieme alla sua radicalità, qualsiasi sia l’istanza femminile che porti avanti. Ma le cose si stanno ingarbugliando e confondendo, tanto che si è obbligati ormai a parlare di “femminismi”, usando malamente quel plurale che piace tanto agli adoratori e alle adoratrici del caos cognitivo contemporaneo.

Femminismo oltre il politicamente corretto
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Femminismo oltre il politicamente corretto

di Annarosa Buttarelli, Direttrice Scientifica della Fondazione Scuola Alta Formazione Donne di Governo - Pubblicato su Doppiozero.com.

Siamo in un’epoca di “caos cognitivo” che si è preso molti cervelli nel mondo. Spesso anche quelli che si ritenevano cervelli migliori, a sinistra, paiono brancolare nel buio e non comprendere cosa accade veramente nella realtà quotidiana. Molti concordano nel pensare che sia perché la sinistra istituzionale si è adattata all’andamento confuso del cosiddetto capitalismo neoliberista finanziario, adattamento che collabora con la fine del pensiero critico attraverso l’elaborazione del cosiddetto “politicamente corretto”, altrimenti pensabile come morale pubblica imposta soprattutto attraverso i media, social compresi.

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