Ecco un nuovo appuntamento con la rubrica di approfondimenti sull'arte "La nostra pinacoteca" a cura di Francesca Mellone che vuole rivelare il contributo di alcune artiste nella storia dell'arte e dell'immaginario estetico.
L'Ucraina fiorita di Kateryna
Kateryna Vasylivna Bilokur (Bohdanivka 1900 - 1961)
Ma man mano che si farà più caldo, la neve si staccherà da terra e le giornate saranno calde: uscirò di nuovo per imparare a disegnare paesaggi. Kateryna Vasylivna Bilokur
Se un'artista di questo livello fosse conosciuta, il mondo intero parlerebbe di lei. Pablo Picasso 1954
Non si conosce nemmeno il giorno preciso della sua venuta al mondo, cosicché la data è convenzionalmente fissata il 7 dicembre 1900. Kateryna Vasylivna Bilokur, nasce a Bohdanivka, nel Governatorato di Poltava dell'Ucraina. Priva di ogni istruzione e dedita sin da bambina al lavoro dei campi, ha un solo sogno: dipingere. Col poco a sua disposizione fabbrica, di nascosto, dei pennelli, ricavando dal cibo i colori e dagli strofinacci le tele, con cui e su cui, esercitarsi nel poco tempo libero.
È difficile trovare un caso di similitudine nella storia dell'arte: per quasi tutta la vita Kateryna ha dovuto, alla lettera, lottare per il diritto di dipingere.
All'epoca, le ragazze del suo villaggio erano destinate al matrimonio precoce, alla cura del marito e dei figli, alle faccende di casa e al lavoro nei campi. Katya, che aveva ben altro pensiero, invidia il fratello minore perché frequenta la scuola, e soprattutto perché possiede dei quaderni. Un giorno, Kateryna prende uno di questi quaderni riempiendolo completamente di disegni, e lo porge fiera ai genitori, ma il padre contraccambia bruciando tutto. Da allora, viene proibito alla bambina qualsiasi attività ludica.
Kateryna non trascorre un solo giorno a scuola, impara a leggere in solitudine usando un abecedario di seconda mano concessole dal padre.
La sua vita è difficile, faticosa, senza infanzia, ma, nonostante le proibizioni, talmente pesanti da farle desiderare il suicidio, il dileggio dei compaesani e il ripetuto rifiuto da parte delle istituzioni artistiche ad accoglierla, causa la mancanza di istruzione, Bilokur trova la sua strada di artista. Soltanto, nel 1940, tuttavia, presso la Poltava House of Folk Art, avrà luogo la sua prima mostra personale. Galeotta è una canzone popolare ucraina, che la spinge a indirizzare una lettera, con un disegno allegato, alla cantante Oksana Petrusenko che vuole a ttutti i costi conoscerne l'autrice. Da allora, il nome di Katerina Bilokur, già quarantenne, acquista fama al punto che il direttore del Museo Arti Decorative Popolari Ucraine, Vasily Nagai, si reca a Bohdanivka, per acquisire al Museo le sue opere (oggi, quel Museo, possiede la più cospicua collezione dell'artista. Molti dei dipinti sono andati distrutti anche per la tecnica artigianale, usata soprattutto nelle opere giovanili, inidonea alla lunga durata).
Kateryna trova la sua fonte di ispirazione, il suo giacimento di cultura, nel folklore dei villaggi: nelle canzoni, nelle ballate, nelle fiabe, nelle leggende. Benché dipinga a stretto contatto con la natura, la sua arte risulta più visionaria che improntata all'imitazione. La meticolosa cura dei dettagli, evocativa, va da sé, in modo spontaneo e inconsapevole, di certa pittura fiamminga tra rinascimento e barocco, anziché contraddire, rafforza l'essenza fantasticante del suo lavoro. Sono, soprattutto, le composizioni vegetali a costituire un ispirato banco di prova: esse incorporano e rimandano i colori di una mente incessantemente all'opera.
Ne sono una testimonianza i dipinti qui di seguito dove la natura appare in vortici luminosi o in quinte che lasciano intravvedere paesaggi liquidi o in inedite infiorescenze le cui tinte vivide sono disciplinate dal nitido contorno del disegno. Sortilegi, dunque, esibiti come naturali; resi nella maniera agevole di chi è artista grande.
All'opera di Bilokur saranno dedicate numerose mostre in un crescendo di notorietà che culmina nel 1954, con l'invito a partecipare all'Esposizione Universale di Parigi.
Nel 1956 la pittrice è nominata "l'artista del popolo ucraino”, mentre gli album dei suoi dipinti sono pubblicati a Kiev sin dal 1959.
Muore a Bohdanivka, qualche mese dopo la scomparsa della Madre, il 10 giugno del 1961.