di MariaRosa Conti, cofondatrice del coordinamento de La novità Storica
Dopo le elezioni politiche in Italia svoltesi il 25 settembre 2022 che hanno portato alla nomina della prima donna alla presidenza del Consiglio dei Ministri la “carovana” della Novità Storica – Donne di Governo ha finalmente una lettura oggettiva da fare per dare un obiettivo culturale improcrastinabile alla politica di questo nuovo millennio.
La rete della Novità Storica è un’alleanza tra donne in maniera trasversale, pur restando nel proprio partito (e dentro i suoi orizzonti), ma con coraggio della dissidenza e partendo dalla necessità di mettere al centro delle proprie pratiche la politica delle relazioni e la ricerca degli obiettivi comuni di governo per il bene della comunità.
Questa alleanza tra politiche nasce proprio dalle riflessioni di donne che sono nella politica istituzionale e amministratrici locali che hanno l’esigenza di governare le comunità, secondo la propria differenza.
Dall’inizio di questo mio personale percorso e traendo spunto proprio dalla comunità di cui sono amministratrice locale, ho purtroppo constatato che esiste un vero e proprio GAP generazionale nella politica delle donne, che spesso si traduce in un approccio NOI/VOI: bisogna trasmettere il femminismo storico (le giovani donne in politica lo sentono lontano e affermano che oggi non funziona più) adattandolo ai nuovi tempi e bisogna scrollarsi di dosso la lamentela di un certo femminismo (definita da qualche giovane amministratrice come una “malattia” di nostalgismo).
Noi donne che abbiamo la passione e la responsabilità della politica nazionale e locale in questo cambiamento di epoca e di filosofia del pensiero anche politico, dobbiamo chiederci e soprattutto avere l’autorevolezza e la determinazione di rispondere alla domanda di COME VOGLIAMO OGGI ESSERE FEMMINISTE.
Dai nostri incontri come rete La Novità Storica sono emersi tantissimi spunti e preziosi input di solida cultura politica al femminile, come ad esempio formarsi al “lievito madre” e costruire e custodire una propria “cassetta degli attrezzi”, che passi attraverso l’esempio individuale, una reale politica relazionale, un ascolto diretto oggi come oggi imprescindibile di fronte al distacco dimostrato dalle cittadine (in particolare) e dai cittadini verso la politica nazionale: ma chi e con quale metodo oggi si avvicina alle nuove generazioni di politiche e amministratrici locali per sostenerle in questo percorso?
Secondo la mia esperienza sul campo di amministratrice locale vi sono DUE QUESTIONI OGGI APERTE, quali principali nodi da affrontare e risolvere per dialogare e ricostruire la propria comunità di riferimento: la prima riguarda come contaminare reciprocamente il mondo della politica e il mondo dell’associazionismo, la società civile e della comunità stessa che si governa; la seconda invece verte su come affrontare il dato oggettivo che la TRENTUNESIMA Presidente del Consiglio dei Ministri in Italia oggi nell’anno 2022 è una donna, che per mia appartenenza politica e per la tradizione del governo femminile pone in essere politiche che non solo nel metodo, ma anche ideologicamente parlando non mi/ci appartengono.
Da donna nella politica istituzionale ho provato due emozioni confliggenti: commozione e rabbia. La commozione sincera è partita dal cuore, da cui deriva il mio individuale senso del dovere con cui adempio la funzione pubblica nella mia città con disciplina ed onore secondo l’art. 54 della nostra costituzione italiana: e per questo chi vive intensamente la propria azione politica non può non essere empatico nel vedere giurare una donna come presidente del Consiglio dei Ministri in Italia per la prima volta nella storia repubblicana. La rabbia è stata immediata quanto coeva al sentimento di empatia, perché da democratica e progressista, seppur in ottica liberale, credo ancora fermamente in una appartenenza ideologica che porta ad una ben precisa idea del mondo e del ruolo che la donna ha già in sostanza in esso: e sono fermamente convinta che tutto questo non sarà realizzato dall’ideologia radicalmente patriarcale, conservatrice e financo reazionaria che per appartenenza partitica la neoeletta presidente del consiglio rappresenta.
Che sia una operazione di facciata o meno è un dato oggettivo incontrovertibile che interroga le donne di centro e di sinistra.
Il patriarcato resiste ancora SOLO nelle istituzioni e nella testa delle donne che in qualche modo “collaborano”, come può essere la stessa presidente del Consiglio.
La Novità Storica ha un compito fondamentale: portare avanti la lotta femminista mondiale, per la trasformazione della convivenza e delle istituzioni, attraverso il protagonismo femminile autonomo e NON RICATTABILE.