categorie
Filtra le notizie che più ti interessano
Filtra le notizie che più ti interessano
Le donne nella campagna elettorale sono presenti come candidate con rappresentanza garantita dalle quote di lista rispettate ai nastri di partenza, studiate a tavolino e potenzialmente a rischio se il seggio non è blindato. Fra le tante assurdità democratiche di questo sistema elettorale, anche le garanzie di genere saranno compromesse.
di Maria Antonietta Filippini, pubblicato su La Gazzetta di Mantova, domenica 4 settembre 2022
La Novità storica, si chiama così la Rete delle Donne di Governo, nata in primavera e che ora si rivolge a tutte le candidate al Parlamento. Un nome che sa di fierezza ed esclude in partenza il vittimismo a favore di un “diamoci da fare, sicure e determinate”. L'idea è nata da Annarosa Buttarelli, la filosofa mantovana che ha dato vita alla Scuola di Alta Formazione Donne di Governo, già attiva in tutta Italia, dopo essere stata tra i fondatori del Festivaletteratura.
Impazza una campagna elettorale che più sconclusionata di così non si può, e vi è la possibilità che, per l'ennesima volta, paghino il prezzo le candidate, le sostenitrici, le femministe di vari raggruppamenti. Bisogna fare un passo a lato, per vederci chiaro e non aggiungere confusione a confusione, e anche un passo avanti per cercare di alzare il livello delle attese, senza fare precocemente programmi di governo.
È quello che stanno facendo le componenti della rete “La Novità Storica”, tra cui ci sono candidate e donne di governo. La lettera che leggerete sta diffondendosi e inizia a cambiare le carte in tavola poiché propone una delle poche cose sensate e realistiche in questo difficile momento: l'ampliamento di una rete tra donne candidate, trasversale ai partiti e alle liste, insieme alle segretarie di partito, con il sostegno de “La Novità storica” che esisterà e si allargherà anche dopo queste votazioni. La “dissidenza nella lealtà”, una pratica di questa rete, garantisce la possibilità di non essere schiacciate dalle logiche patriarcali che ancora dominano partiti e istituzioni pubbliche.
Annarosa Buttarelli direttrice scientifica Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo
di Rosella Prezzo*
Nei primi anni Settanta, all’università di Milano, in un periodo pieno di effervescenza politica e relazioni, di “movimento” appunto, mi laureavo giovanissima in filosofia. Ma, paradossalmente, proprio mentre discutevo una tesi su Marx e Hegel si sputava su Hegel. Circolava infatti l’ingiunzione femminista irriverente di Carla Lonzi Sputiamo su Hegel, testo radicalmente rivoluzionario, in cui si leggeva, tra l’altro: “Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalità”.
L'Aula del Senato ha respinto l'emendamento della senatrice Maiorino che chiedeva la possibilità di adottare la differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta.
L'emendamento prevedeva che il "Consiglio di presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell'attività dell'amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l'adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l'utilizzo di un unico genere nell'identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne". Inoltre le proposte di adeguamento del testo sarebbero passate al vaglio della Giunta per il regolamento. (Ansa, 27 luglio 2022)
Annarosa Buttarelli, direttrice scientifica della Scuola di Alta Formazione Donne di Governo, commenta l'articolo pubblicato il 18 Luglio sul Corriere della Sera "Sette sindache su 108. Ecco perché le donne non vengono elette" di Cesare Zapperi.
In questo articolo ancora una volta si sottolinea la rivalsa degli apparati di partito contro le candidate amministratrici. Forse i numeri negativi che leggiamo possono segnalare anche una certa disaffezione per la politica della rappresentanza da parte delle giovani generazioni di donne. Si possono fare molti altri commenti sulla cattiva politica istituzionale maschile. Ma il nostro impegno vale molto di più di ogni commento. Noi stiamo creando una rete nazionale di amministratrici che ha per insegna un annuncio: "Donne di governo: la novità storica".
Questa rete di donne avrà una formazione avanzata e agirà in modo da rappresentare un cambio di civiltà e di qualità dell'agire politico a tutti i livelli.
di Annarosa Buttarelli*
Nel lontano (vicino) 1928 María Zambrano preparava la sua trasformazione della filosofia europea scrivendo articoli per le donne su “El liberal”. In questi articoli si rivela essere una delle prime radicali pensatrici della differenza sessuale, e in questi stessi articoli definisce “aristocrazia” la società delle donne che, in virtù della loro forza, potranno riscrivere il futuro del lavoro, della società, della cultura.
Continuiamo giovedì 30 Giugno, ore 18-20, alla Statua della Libertà di Palermo, il nostro presidio, convinte che chiedere con forza di avviare trattative di pace, come facciamo dal 3 aprile, sia la posizione più concreta e percorribile se si ha veramente a cuore la salvaguardia della vita e della terra.
È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento facendo clic sul collegamento nel footer delle nostre mail. Usiamo Mailchimp come piattaforma di marketing. Cliccando per iscriverti, accetti che le tue informazioni saranno trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Scopri di più sulle pratiche sulla privacy di Mailchimp.